Scavi di Oplonti

In quel fatidico 79 d.c, a venire colpite dalla furia del Vesuvio non fu solo la città di Pompei, ma anche quella di Ercolano ed il centro urbano periferico di Oplonti, che era sotto la giurisdizione amministrativa di Pompei e che oggi corrisponde alla moderna cittadina torre Annunziata.
Mentre nelle due cittadine romane sono stati riportati alla luce edifici pubblici, edifici privati e luoghi di intrattenimento, negli scavi di Oplonti sono emerse una “villa d’otium”, detta di Poppea (visitabile) e una villa rustica chiamata B o “di Lucius Crassius Tertius“, ancora oggetto di scavo (non visitabile liberamente ma sono in date e orari particolari che variano di anno in anno).
Oplonti era infatti una zona residenziale e commerciale di lusso.

Dove si trovano gli scavi di Oplonti


A seconda di quanto hai previsto di soggiornare a Pompei, puoi decidere di visitare entrambi i siti archeologici in una sola volta (in macchina per andare da un sito all’altro ci vanno 10 -15 minuti, a seconda del percorso), o suddividere invece la visita in due momenti.

1. Se opti per la prima soluzione ti consiglio di

  • Prenotare i biglietti online per saltare la coda
  • Iniziare la visita alle 9.00, cioè appena apre il parco archeologico 
  • Organizzare bene la visita. Ti suggerisco di visitare Pompei e le sue attrazioni principali al mattino e Oplontis nel pomeriggio
  • Essere sempre informato sugli orari

2. Se scegli invece la seconda soluzione sarà tutto più semplice perchè potrai dedicare una giornata intera a Pompei e il pomeriggio o la mattina del secondo giorno ad Oplonti

In entrambi i casi ti raccomando di

  • indossare scarpe comode e un cappello
  • portare la crema solare, una bottiglia d’acqua e degli snack.
  • non dimenticare una mantellina impermeabile per essere preparato in caso di pioggia. 

Le ville

Villa Poppea

Si tratta di una villa d’otium, ovvero una residenza di campagna dove le persone nobili e ricche erano solite soggiornare dedicandosi al riposo, allo svago o alle attività intellettuali (otium) come la filosofia, alla letteratura e all’arte. La villa è inserita nel Patrimonio UNESCO.
Le caratterizzavno porticati, giardini, affreschi, bagni, biblioteche. Tutti ambienti che permettevano di stare in pace lontano dal caos della vita cittadina.

Edificata nel I secolo a.c., fu poi ampliata in età imperiale. Quando venne colpita dall’eruzione del Vesuvio era in fase di restauro a seguito dei danni causati dal terremoto del 62 d.c. 
La residenza è attibuita a Poppea Sabina, seconda moglie dell’imperatore Nerone. L’attribuzione è dovuta al ritrovamento di un iscrizione dipinta su un’anfora e indirizzata ad un liberto di Poppea.
L’edificio ad oggi non è stato ancora completamente scavato, anzi, è stata riportata alla luce solo la parte orientale.

LA PIANTA

Dal momento che gli scavi sono ancora in corso, non si ha la planimetria completa e si è soliti perciò dividere la  villa in 4 parti:

  • Zona nord: presente un grande giardino in cui si sono rinvenute alcune sculture in marmo e dove è stato possibile realizzare i calchi le radici degli ulivi che lì erano piantati.
  • Zona sud: si trova un altro giardino circondato da un colonnato su tre lati. Oggi sono stati piantati alberi di alloro, probabilmente presenti anche al momento dell’eruzione.
  • Zona est: qui è collocato l’ impluvium, la cucina, il triclinium, due saloni e un quartiere termale. C’è inoltre  un cubicolo dove è stato possibile ottenere i calchi della porta in legno e della finestra ed un piccolo peristilio dove è situato il larario
  • Zona est: presenti due sale poste specularmente. La prima senza dipinti, ma con zoccolatura in marmo e pavimento incompleto (la stavano ancora restaurando), la seconda con decorazioni del Quarto stile. Si trovano poi un’altra sala e un piccolo viridarium decorato con piante e uccelli e due saloni speculari.

La pianta della villa prevedeva anche una grande piscina di 61 metri di lunghezza e 17di larghezza con il pavimento in cocciopesto e ornata da statue di marmo. Attorno c’era un prato con platani, oleandri e limoni.

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Villa di Lucius Crassius Tertius

Il complesso risale alla fine del II secolo a.c. e, a giudicare dai materiali ritrovati e alla funzione degli ambienti, probabilmente si trattava di un’azienda che lavorava prodotti agricoli, imbottigliava e commerciava vino.
L’azienda aveva un quartiere residenziale al piano superiore.
Il nome della villa si deve ad un anello sigillo recante proprio questo nome ( probabilmente del proprietario dell’abitazione) e che è stato scoperto nell’area della costruzione.

LA PIANTA

L’edificio si sviluppa attorno ad un nucleo centrale formato da un porticato a due ordini di colonne doriche in tufo grigio di Nocera. Attorno ad esso si dispongono diversi ambienti adibiti a magazzino e ad uso produttivo.
In queste stanze sono state ritrovate suppellettili, pelli, ceramica, paglia carbonizzata ed tantissimi melograni utilizzati per la concia delle pelli.
Oltre a ciò gli scavi hanno restituito un fornello in pietra con una pentola contenente resine di conifere, utilizzata per la manutenzione delle anfore.
Al momento dell’eruzione del Vesuvio le stanze erano occupate. Sono stati infatti ritrovati ben 54 corpi di persone che vi avevano cercato rifugio, con vicino monete e gioielli.
Al piano superiore c’erano gli ambienti residenziali della villa.  Qui è stata rinvenuta una scatoletta in legno contenente gioielli in oro ed argento, 170 monete, unguentari, stecche in osso e diversi monili.
Infine, Sul lato nord si trova una serie di abitazioni su due livelli, separate da una strada in terra battuta.

Quando visitare gli scavi di Oplonti?

Sono aperti tutto l’anno, ma se puoi ti consiglio di andarci in primavera o in autunno, quando il clima è più mite e la folla meno pressante.
Potrai goderti così i meravigliosi affreschi , passeggiare nei giardini e lungo i corridoi, rimanendo affascinato dalla ricchezza e dall’eleganza del luogo.

Notizie sull'autore

Silvia è content creator dal 2010 ed esperta d'informazione turistica per città d'arte italiane. Laureata in Lettere Classiche, è appassionata della storia, della cultura e delle curiosità delle città del Bel Paese, nonché conoscitrice di tutti i trucchi per una perfetta vacanza in Italia.

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