Curiosità

Quali sono le ultime scoperte a Pompei?

Gli scavi di Pompei, incredibile patrimonio UNESCO, si estendono per circa 66 ettari di cui 45 scavati. Rimane nascosta perciò ancora un’enorme mole di reperti, che aspetta di essere portata alla luce ed ammirata dai milioni di visitatori, che ogni anno e da tutto il mondo, raggiungono quest’antica città congelata nel tempo.

Iniziati nella seconda metà del XVIII secolo, gli scavi e le ricerche vanno avanti da allora, non solo per trovare nuovi reperti, ma anche per

  • mettere in sicurezza strutture che già esistono,
  • studiare il contesto archeologico
  • restaurare le aree di scavo e riqualificare le aree verdi.

A partire dal 2020, nuove campagne di scavo sono state messe in atto, in particolar modo nella zona a nord della città antica (area della villa di Civita Giuliana) e in quella centrale (regio IX). 
Ma quali sono dunque le ultime scoperte a Pompei?”.
Continua a leggere il mio articolo e lo scoprirai.
Qui di seguito infatti ti propongo una carrellata di alcuni dei principali ritrovamenti degli ultimi 5 anni, che hanno reso questo immenso parco archeologico ancora più ricco e pieno di fascino.

Cosa hanno ritrovato di nuovo a Pompei – Le ultime scoperte

1. La panchina d’attesa alla Villa di Misteri

Gli ultimi scavi nella parte finora inesplorata della conosciutissima Villa dei Misteri,  ha portato alla luce, sulla parte nord-occidentale, una panchina d’attesa in cocciopesto, posta sulla pubblica via di fronte al portone d’ingresso della villa.
Puoi vedere l’immagine originale qui.

E’ probabile che qui si sedessero non solo clienti venuti per chiedere un favore al padrone di casa, ma anche braccianti e mendicanti che percorrevano la strada che metteva in comunicazione Pompei con la moderna Boscoreale.
Era uso infatti che i  padroni romani ricevessero (era la cosiddetta salutatio), spesso durante la mattinata, i clientes, ovvero persone di un livello sociale più basso legate a un personaggio importante della società locale.

In cambio di favori, aiuto in questioni giudiziarie e piccoli o grandi prestiti, questi assicuravano loro sostegno politico  in occasione delle tornate elettorali dell’amministrazione cittadina.
Qualcuno di quelli che aspettava qui, per fare passare il tempo scriveva sul muro con un oggetto appuntito o con un pezzo di carbone. Si riesce infatti a leggere una data, però senza anno, e un possibile nome.
Panchine di questo genere si trovano anche davanti ad alcune domus di Pompei. 

Si può visitare?
Per il momento ancora no

2. Gli affreschi con il culto dionisiaco – 2025

Dagli scavi di una tra le più sontuose e ricche ville dell’antica città e dagli scavi, la Casa del Tiaso (Dioniso), è emersa una grande sala per banchetti affrescata da un ciclo di pitture che raffigurano l’iniziazione ai misteri del dio che muore e rinasce, promettendo altrettanto ai suoi seguaci.
Si tratta di una rara megalografia (nell’area vesuviana ne sono state scoperte solo quattro), ovvero dipinti di grande qualità e con figure a grandezza quasi reale. 
Vai a questo link se vuoi vedere l’immagine originale.

Rappresenta le baccanti come danzatrici ma anche come cacciatrici, con i loro splendidi carnieri, chi con un capretto sgozzato sulle spalle o con una spada e le interiora di un animale nelle mani.
Ci sono anche alcuni giovani satini che suonano il doppio flauto, mentre un altro compie una libagione (un sacrificio di vino) in modo acrobatico.
Al centro c’è una donna con un vecchio sileno che impugna una torcia: é di una inizianda, una donna mortale che, tramite un rituale notturno, sta per essere iniziata nei misteri di Dioniso.

Per sapere di cosa si tratta in maniera più aprofondita puoi guardare a questo link la puntata di Ulisse- Il piacere della scoperta dedicata proprio a questo incredibile ritrovamento.

Si può visitare?
Se vuoi ammirare questo dipinto dal vivo lo puoi fare visitando il “cantiere aperto” dei nuovi scavi, 
solo su prenotazione con un tour guidato di gruppo (15 persone circa) della durata di 45 minuti
La visita si effettua nei giorni feriali al mattino (solitamente alle 11.00)
Per prenotare puoi telefonare al numero 327 2716666.
E’ obbligatorio avere il biglietto d’ingresso al parco archeologico di Pompei. 

>

3.  Il sacrario dalle pareti blu – 2024

Nella zona centrale dell’antica Pompei, in un ambiente di circa 8 mq situato nella porzione meridionale dell’isolato pertinente ad un quartiere secondario di una grande domus, è venuto alla luce un probabile sacrario dipinto, dedicato ad attività rituali e alla conservazione di oggetti sacri (qui per vedere l’immagine originale).

Sullo sfondo blu delle pareti sono rappresentate alcune figure femminili che affiancano le nicchie presenti al centro, e che raffigurano, in quelle laterali le quattro stagioni, le Horae, mentre in quelle sulla parete centrale allegorie dell’agricoltura e della pastorizia, come indicano gli attributi dell’aratro e del pedum, un corto bastone usato da pastori e cacciatori.
Dagli scavi sono emersi oggetti che arredavano la casa, momentaneamente sistemati lì in quanto erano in corso dei lavori di ristrutturazione.

Si può visitare?
Anche questo dipinto è compreso nelle visite al “cantiere aperto” dei nuovi scavi visitabile con visita guidata nei giorni feriali su prenotazione e con biglietto di ingresso agli scavi.

4. Gli attrezzi di un carpentiere – 2024

Sono stati scoperti in un ambiente nel quartiere servile della villa di Civita Giuliana. Oltre agli attrezzi da lavoro (una lunga corda, pezzi di legno e una sega con lama) sono presenti un letto e quello che sembra un telaio, forse  che apparteneva ad un altro letto. Il vano è conservato perfettamente e la tecnica dei calchi ha permesso di “riportare in vita” questi reperti con minuzie di particolari.
A questo link  l’immagine originale.

Si può visitare?
Al momento questo incredibile luogo non è visibile al pubblico.

5. Il dipinto di un vassoio con calice e focaccia – 2023

L’affresco è venuto alla luce durante gli scavi nell’insula 10 della Regio IX, e rappresenta un vassoio d’argento con sopra posato un calice di vino e a fianco ad esso una focaccia di forma piatta che serve da supporto per frutti vari (si possono vedere un melograno e forse un dattero), condita con spezie o piuttosto con un tipo di pesto (moretum in latino), indicato da puntini color giallastro e ocra.
Sono poggiati sul vassoio anche frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli gialli, accanto a datteri e melograni.
La rappresentazione che si trova su questo dipinto può far pensare ad un’antenato della pizza!
Se vuoi sapere com’è l’immagine originale del dipinto clicca qui

Si può visitare?
Anche questa meraviglia fa parte del percorso  “cantiere aperto” ai nuovi scavi. Puoi visitarlo solo quindi con una visita guidate nei giorni feriali, su prenotazione (tel. 327 2716666). Obbligatorio avere il biglietto di ingresso agli scavi. 

6. I due scheletri trovati nell’Insula dei Casti amanti – 2023

I corpi, due maschi di almeno 55 anni, sono stati rinvenuti riversi su un lato in un ambiente di servizio in cui si erano rifugiati in cerca di protezione (qui per vedere l’immagine originale).
In quel periodo la stanza non era utilizzato perchè probabilmente stavano facendo riparazioni o restrutturazioni alla casa.
Insieme agli scheletri sono venuti fuori anche oggetti, come un’anfora verticale appoggiata alla parete nell’angolo vicino a uno dei corpi e una collezione di vasi, ciotole e brocche accatastata contro la parete di fondo.

Il ritrovamento ha messo in luce che non fu solo l’eruzione a causare la morte degli abitanti dell’area ma anche un terremoto avvenuto in concomitanza.
Parte della parete sud della stanza è crollata colpendo uno degli uomini. La posizione del suo braccio alzato richiama l’immagine di un vano tentativo di proteggersi dalla caduta della muratura.
L’intera sezione superiore della a parete si è staccata ed è caduta nella stanza, travolgendo e seppellendo l’altro individuo.

Si può visiatre?
Puoi visitare questa incredibile scoperta percorrendo il percorso sopraelevato (passerelle sospese) che ti permetterà di osservare dall’alto l’intera Insula dei Casti Amanti, incluse le strutture recentemente scavate e restaurate.

L’ingresso è da via dell’Abbondanza, l’uscita su Casina dell’Aquila.

7. La tartaruga con il suo uovo – 2022

E’ una delle importanti ultime scoperte a Pompei.
Gli archeologi l’hanno trovata in ottimo stato di conservazione sotto il pavimento di una bottega ( ad 1,50 metri di profondità) di Via dell’Abbondanza, una via centalissima dell’antica città di Pompei.
Il suo carapace é quasi intatto, la testa intonsa, così come la coda e una delle zampe.
Il suo ritrovamento fa luce sugli ultimi anni di vita della città, che dopo quelli successivi al terremoto si era trasformata in un cantiere edilizio.  
La testuggine si era evidentemente introdotta nella taberna per scavare la tana e deporre il suo uovo.
Se vuoi vedere l’immagine originale clicca qui!
Nella stessa zona sono emersi dagli scavi anche bellissimi mosaici dai disegni raffinati e rari.

Si può visitare?
Per il momento no. La testuggine è conservata presso Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco Archeologico di Pompei 

8. La stanza degli schiavi – 2021

Si tratta di un ambiente rimasto integro fino all’arrivo dei flussi piroclastici, con il portico che ha retto perchè i lapilli si sono fermati sulla soglia. Si trova presso la grande villa suburbana di Civita Giuliana ed è uno stanzino occupato da schiavi stallieri, forse una piccola famiglia, ancora incredibilmente intatto con tutto il suo corredo di povere cose.
Puoi vedere l’immagine originale qui.

Nella stanza ci sono mobili molto semplici, dall’aspetto essenziale: tre brandine disposte a ferro di cavallo e con misure diverse, la più piccola destinata a un bambino.
Niente materassi solo una rete di corde con sopra solo una pezza di tessuto che il calco in gesso ha fatto ritornare alla luce con incredibile realtà. I muri sono spogli, con piccola finestra.
Sotto un letto si trova una pecie di di cestino e una piccola brocca. Accanto ai letti sono accatastate anfore e vasi.

Si può visitare?
Per il momento questo luogo non è aperto al pubblico.

9. Il carro da Parata – 2021

Trovato nel sito della villa suburbana di Civita Giuliana, si tratta di un carro spettacolare per i suoi complessi e raffinati decori realizzati in stagno e per la sua eleganza e leggerezza.
Puoi vedere l’immagine originale qui.
E, cosa ancor più incredibile, per il fatto che si sono mantenute le tracce dei cuscini, delle funi per reggere le corone di fiori, e addirittura le impronte di due spighe di grano lasciate su un sedile.
Dipinto di rosso e rivestito da decorazioni a tema erotico, il carro veniva forse usato per il culto di Cerere e Venere, o, con più probabilità, per un’aristocratica cerimonia di nozze.
Questo genere di carri non era mai stato trovato in Italia.

Si può visitare?
Se vuoi ammirarlo devi andare all’Antiquarium di Boscoreale (Viale Villa Regina 1), situato nelle immediate vicinanze dellarea archeologica di Villa Regina.
Nel caso tu arrivi in auto puoi raggiungerlo uscendo dall’Autostrada A3 Napoli-Salerno a Torre Annunziata sud oppure Boscoreale e poi seguendo le indicazioni per Viale Villa Regina.
Se invece sei già agli scavi c’è una navetta, chiamata Pompeii Artebus, che collega Pompei (Piazza Esedra) con l’Antiquarium di Boscoreale / Villa Regina

10. I corpi quasi integri di un quarantenne con un mantello e il suoi schiavo – 2020

Rappresenta un ritrovamento eccezionale. Dopo più di 150 anni dal primo utilizzo del metodo Fiorelli infatti, non solo si è potuto ottenere calchi perfetti delle vittime, ma anche, grazie a tecnologie innovative, a sondare e documentare ciò che portavano con se i due uomini nel preciso momento in cui vennero sorpresi dai vapori bollenti dell’eruzione: un manufatto in lana, forse una coperta o un altro mantello ( clicca qui per vedere l’immagine originale).
Non è ben chiaro quale fosse il loro ruolo all’interno della residenza dove sono stati rinvenuti, ovvero villa suburbana di Civita Giuliana.
Il calchi, che hanno riportato, come se fosse successo ieri, la posizione delle mani appoggiate sul petto, il cotone della tunica arricciata sul ventre dell’uomo.

Si può visitare?
Al momento no.

11. Il thermopolio

Lo scavo si trova nella Regio V, all’angolo tra il vicolo dei Balconi e la via della Casa delle Nozze d’Argento.
Si tratta di un’antica tavola calda di Pompei, dove si servivano bevande e cibi caldi, come indica il nome di origine greca, conservati in grandi dolia (giare) incassati nel bancone in muratura.
Erano luoghi erano molto diffusi nel mondo romano, frequentati dal ceto medio e basso che erano soliti consumare il pasto fuori casa.
Il Thermopolio della Regio V è diverso da tutti gli altri per l’incredibile decorazione del bancone dipinto, con le immagini della Nereide a cavallo di un ippocampo e di animali probabilmente preparati e venduti proprio nel locale.
Dall’ scavo è emerso anche del materiale da dispensa e da trasporto, (delle anfore, una patera di bronzo,  un’olla di ceramica comune da mensa ed altro). Sono stati inoltre ritrovati resti ossei di animali e due corpi umani delle vittime dell’eruzione.
Se vuoi vedere l’immagine originale clicca qui 

Si può visitare?
Solo dall’esterno secondo gli orari normali di apertura

Leggi anche
Visitare Pompei in un giorno
Visitare Pompei – le attrazioni
Affreschi Villa dei Misteri


Essere donna nell’antica Pompei

Se hai programmato di visitare gli scavi di Pompei entro il 31 gennaio 2026, non perdere l’occasione di goderti la mostra “Essere donna nell’antica Pompei”, a cura di Francesca Ghedini e Monica Salvadori.
Allestita nella Palestra Grande della città antica, offre uno sguardo su quella che era la condizione femminile nella società romana: gli aspetti della vita quotidiana e la posizione che le donne occupavano all’interno della casa e della società.
Grazie all’incredibile stato di conservazione della città campana affreschi, ritratti privati e funerari, graffiti, iscrizioni ed oggetti d’uso ci faranno entrare nel quotidiano di matrone, liberte, schiave, nei diversi i ruoli familiari, mogli, figlie, concubine e nelle varie fasi della vita.
Si tratta di tutto il mondo di ciò che era nelle loro mani al momento in cui vennero sorprese dalla furia del vulcano nel 79 d.c.

Dove si trova la mostra

 

COSA VEDRAI

La visita, compresa nel biglietto di ingresso agli scavi,  si articola in otto sezioni: 

  • Nella prima sala verrai accolto da voci e volti di donne che mettono in risalto la loro individualità.
    Poi, eccezionali testimonianze materiali daranno in via al racconto delle donne di Pompei. 
  • Nelle sale successive invece, aiutato da statue, affreschi, iscrizioni, graffiti e manufatti d’ogni genere, conoscerai gli aspetti principali della vita privata di una matrona: non solo la gestione delle attività domestiche e le relazioni con la servitù, ma anche l’educazione dei figli, la cura del proprio corpo e ciò che facevano nel tempo libero.
    Viene anche riservato un grande spazio alla vita pubblica e lavorativa delle donne. Erano non solo prostitute (più di 100 nell’intera città, molte per costrizione), ma anche donne che si occupavano di attività di grande prestigio, come potrai vedere nella sala dedicata alle imprenditrici, dove vengono raccontate le storie di donne cha hanno dato vita a nuove attività e cambiato il volto alla città.
  • C’è poi l’area dedicata alle necropoli:  monumenti funerari, iscrizioni e corredi restituiscono il ricordo di alcune di loro.
  • La mostra si conclude con uno sguardo sulla contemporaneità. Potrai infatti scoprire alcune donne che hanno contribuito alla scoperta e alla conoscenza di Pompei. 
    Potrai inoltre e guardare una selezione di spezzoni cinematografici, tratti dal grande cinema d’ambientazione ispirato all’antichità romana e in particolare a Pompei e tutti dedicati alla figura femminile.

Il percorso espositivo  si collega a tutta una serie di edifici che hanno un significato per capire la condizione della donna all’interno del Parco archeologico.
Verrai  perciò accompagnato da 8 donne nei loro ambienti:

  • Flavia Agatea ed Eumachia nelle tombe di Porta Nocera
  • Eumachi, ancora, nell’omonimo edificio nel Foro
  • Mamia e Nevoleia Tyche presso le tombe a Porta Ercolano
  • Asellina al Termopolio di Asellina
  • Giulia Felice nei Praedia di Giulia Felice
  • Eutychis che vendeva il suo corpo nel quartiere servile della Casa dei Vetti
  • Amaryllis presso la Casa di Marco della Venere in Conchiglia.

Alcuni oggetti esposti

Essere donna nell’antica Pompei sarà un viaggio tra arnesi da lavoro e di cosmesi, gioielli e di oggetti d’uso quotidiano: pentole, una culla, uno speculum ginecologico, coppe di vetro e corredi funerari.

La mostra è una continuazione dell’evento espositivo “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio”, allestito nel 2024, sempre nella Palestra grande, e dedicato alle le classi popolari della città che, in quanto ultime della scala sociale, a quei tempi “non avevano voce”.

Leggi anche
Come arrivare a Pompei
Cosa vedere a Pomepi

10 curiosità su Pompei

E’ una storia lunga più di due millenni quella della stupenda cittadina campana di Pompei. Un’epoca che è stata scoperta da poco più di un secolo e che ha visto la luce un po’ per caso.
Molti sono gli storici che in questo ultimo secolo si sono dedicati allo studio delle meraviglie riportate alla luce grazie a scavi meticolosi, che continuano ancora oggi. 
Gli studi ci hanno portato alla conoscenza di meravigliosi dettagli sulla Pompei antica, ma anche di piccole curiosità solo per pochi appassionati. Io te ne riporto alcune. 

Ecco le 10 curiosità su Pompei  che molti ignorano.

1. Il Vesuvio era una montagna non un Vulcano

Al tempo della Pompei antica, il popolo non conosceva la vera natura di quel monte che sovrasta la cittadina. Dipinti dell’epoca ritraggono infatti il Vesuvio con una forma meno appuntita di quella che vediamo oggi. 
La fitta vegetazione cresciuta lungo i versanti del vulcano, anche grazie alla mancanza di eruzioni per un lungo periodo storico, portarono i pompeiani a vedere il Vesuvio come una semplice montagna. 

Forse fu questo il motivo per cui i cittadini di Pompei vennero colti di sorpresa dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.c., mal interpretando anche le scosse di terremoto avvenute negli anni precedenti.

2. I pompeiani amavano i bordelli

Gli scavi di Pompei hanno riportato alla luce il famosissimo Lupanare. Questo bordello, ritrovato praticamente quasi intatto, si unisce a moltissimi altri presenti nella città.
Non esistono resti conservati come le Lupanare, ma i cartelli con la lista di servizi e tariffe per i clienti dei bordelli fanno pensare che a Pompei ne esistessero addirittura 25. 
Il numero è elevato, considerando gli abitanti stimati di Pompei fossero tra gli 8 e i 10 mila.

3. I patrizi romani si fermavano spesso a Pompei

Alcuni studi condotti dagli storici fanno pensare che i patrizi romani, il ceto sociale tra i più abbienti di tutto l’Impero, erano soliti visitare Pompei
Considerata come una sorta di periferia della città di Roma, è molto probabile che anche l’Imperatore Nerone avesse una casa di proprietà a Pompei. 
Sua moglie Poppea, infatti, era originaria di qui!

4. I pompeiani amavano il vino e ancora oggi lo si coltiva

L’antica Pompei, sommersa da uno strato di detriti e lapilli provenienti dall’eruzione del Vesuvio, si è preservata ai giorni nostri proprio grazie all’avvenimento naturale che ne ha fermato il tempo. 
Conosciamo infatti gli usi e le tradizioni di Pompei proprio a seguito degli scavi archeologici, grazie ai quali scopriamo la costante produzione e consumo di vino da parte dei cittadini nei tempi antichi. 
Le coltivazioni di Pompei sono attive ancora oggi, nelle parti verdi del Parco Archeologico, le distese di vitigni producono ottimi vini.

 

5. Una sfumatura di rosso prende il nome da Pompei

Tra le diverse curiosità su Pompei si annovera quella che la famosa cittadina campana ha definito una particolare sfumatura del colore rosso. Il rosso pompeiano prende il nome dal colore ritrovato sulle pareti di molte dimore della città antica. Questa sfumatura era preparata utilizzando una particolare pasta di molluschi. 
Oltre al rosso, i colori che caratterizzano i ritrovamenti degli scavi di Pompei sono il blu e il nero, colori ad uso esclusivo dei più ricchi in quanto prodotti con materiali preziosi.

6. La quotidianità era diversa dalla nostra

Non solo templi, bordelli e residenze private. I più noti del parco Archeologico degli scavi di Pompei sono i calchi in gesso degli abitanti sorpresi dall’eruzione.
Questa tecnica di preservazione, che prevede la colatura del gesso a sostituire il vuoto lasciato dai corpi decomposti, ci ha permesso di conoscere anche dettagli della vita quotidiana nella Pompei antica. 
Tra tutti, le tradizioni culinarie e i passatempi preferiti dagli abitanti di Pompei. Ad esempio bere vino, assistere alle rappresentazioni a teatro, venerare le divinità.

I calchi in gesso hanno svelato anche un importante dettaglio sugli usi e costumi di questo popolo, con particolare riguardo ad un tema molto attuale. E’ molto probabile che a Pompei si celebrasse l’amore libero. 
Tra i vari fuggiaschi visitabili nel cosiddetto Orto di Pompei troviamo infatti due uomini, gli amanti abbracciati, fonte di ispirazione anche per un film.

7. Il fallo era un simbolo augurale

Visitare gli scavi di Pompei include la scoperta di moltissimi simboli fallici. Spesso i visitatori si domandano il perché della riproduzione di questo simbolo rappresentato più volte nella cittadina. 
La verità è che il fallo era considerato un simbolo portafortuna e veniva dipinto, scolpito e spesso anche indossato come ciondolo.

8. L’Anfiteatro è il più antico del mondo

L’Anfiteatro romano di Pompei è una costruzione che risale al 80 a.c. e non è solo l’anfiteatro più antico ai giorni nostri, è anche la costruzione in pietra più antica della storia. 
Utilizzato tuttora per spettacoli di musica e teatro, questo spazio era al tempo utilizzato per giochi circensi e gladiatori e può ospitare fino a 20 mila spettatori. 
E le locandine pubblicitarie dell’epoca? Erano dipinte direttamente sulle facciate esterne delle case.

9. L’eruzione non avvenne ad Agosto

Un'altra curiosità su Pompei riguarda il momento storico che segnò la fine della cultura antica della città: l’eruzione del Vesuvio dell’anno 79 d.c.. Si pensa generalmente che sia avvenuta il giorno 24 di agosto, in mattinata.

Al contrario, il famoso appassionato di storia e divulgatore della Tv Alberto Angela afferma che l’eruzione avvenne più tardi, verso ottobre. Angela è arrivato a questa tesi grazie al ritrovamento di stagione e di dettagli che fanno pensare ad una vendemmia ultimata.

10. La scoperta di Pompei non è ancora finita

Con certezza possiamo affermare che tutto ciò che conosciamo riguardo a Pompei e alla sua storia non è tutto. 
Gli scavi sono infatti ancora attivi in alcuni punti del Parco Archeologico. Inoltre, molti cantieri aiutano a preservare il sito rendendolo adatto ad accogliere quasi 3 milioni e mezzo di visitatori ogni anno. 
La ragione principale è che la Pompei sorpresa dall’eruzione era anche una città in ricostruzione dopo il violento terremoto del 62.

Tutti i fatti e le curiosità su Pompei che conosciamo oggi sono frutto dello studio e della ricerca di moltissimi professionisti. Grazie a loro possiamo comprendere in fondo la visita a questo meraviglioso sito parte del patrimonio dell’UNESCO: gli scavi di Pompei.

POMPEI SCAVI ORARI
Dal 1  novembre al 31 marzo  
Tutti i giorni
dalle 9.00 alle 17,00. Ultimo ingresso alle 15.30.

Dal 1 aprile al  31 ottobre
Tutti i giorni
dalle 9.00 alle 19.00. Ultimo ingresso alle 17.30.

Chiuso il 1 Gennaio, il 1 Maggio e il 25 Dicembre

La pittura pompeiana

Colore, tanto colore ovunque: è questo che caratterizza, tra le altre cose, la pittura pompeiana. 
Contrariamente a quello che accade oggi nelle nostre case, infatti, le pareti delle case di Pompei erano abbellite con tinte appariscenti che mettessero in evidenza la ricchezza del proprietario. (il bianco delle pareti infatti era visto come segno di povertà). 

E quando si viene a visitare gli scavi di Pompei, non si può non rimanere a senza fiato davanti agli incredibili colori degli affreschi che si trovano all'interno delle domus pompeiane (la Villa dei Misteri,  la Casa del poeta tragico, solo per fare due esempi). 

pompei biglietti


L'interno delle case dei romani sono affrescate con uno schema che ricorre sempre, ossia la parete divisa in tre fasce. 
Lo zoccolo, ossia la parte inferiore, è alto qualche decina di centimetri (sotto il metro) ed è dipinto con colori uniformi e decorazioni leggere.
La fascia centrale, che è la più grande, è invece decorata con un tripudio di colori ed è qui che si concentrano le decorazioni più belle, con scene mitologiche di grande impatto. E' divisa in vari pannelli e vengono utilizzati colori caldi come il giallo, il nero e il rosso pompeiano.
Spesso arrivano a "contagiare" la terza fascia più stretta a contatto con il soffitto.

Attorno a questi affreschi c'erano architetture leggere e immaginarie che servivano a dare profondità. avevano straordinari effetti tridimensionali, come se le pareti fossero delle finestre su paesaggi virtuali.

La pittura pompeiana prevede quattro stili:

PRIMO STILE

Di origine greca, utilizzato tra il 150 a.c e l'80 d. .c. Sulla parete viene ricreato a rilievo un finto muro con grossi blocchi squadrati che imitano i colori di marmi esotici e costosi. in cima quasi sempre si trova una cornice bianca . Un esempio del primo stile è la casa del Fauno.

SECONDO STILE

Va di moda negli ultimi ottantanta anni prima della nascita di Cristo.
E' il periodo in cui arrivano i romani a Pompei. Sulle pareti si dipingono colonne, edicole, porticati, quinte di case o colonnati. A volte cisono anche figure umane. Le pareti imitano delle scenografie teatrali. C'è l'idea che il muro si apra verso l'esterno.

TERZO STILE

Prende il via con Augusto e comincia l'Impero, e viene utilizzato fino all'età di Claudio. 
Le architetture tridimensionali come archi e colonne si trasformano in strutture filiformi, quasi stilizzate. Compaiono steli di piante, candelabri che qualche volta sostituiscolo le colonne. Riprende figure e decorazioni in stile egizio.

QUARTO STILE

Viene utilizzato dal regno di Claudio in poi (41 -54 d.c.). Viene ripreso il secondo stile ma in maniera esagerata, perdendo il senso della misura. le architetture diventano ardite, irreali, le decorazioni abbondano, i colori sono molto carichi. Si perde l'aspetto realistico del Secondo Stile.

Orari Pompei scavi

Dal 27 aprile al  31 ottobre
Martedì - Domenica
dalle 9.00 alle 19.00. Ultimo ingresso alle 17.30.

Chiuso il 1 Gennaio, il 1 Maggio e il 25 Dicembre

Il metodo Fiorelli

"Finora si è scoverto templi, case ed altri oggetti che interessano la curiosità delle persone colte, degli artisti e degli archeologi; ma ora tu, o mio Fiorelli, hai scoverto il dolore umano, e chiunque è uomo lo sente", scrive Settembrini il 13 febbraio 1863.

Uno dei punti di interesse di più impatto emotivo per chi viene a visitare gli scavi di Pompei sono sicuramente i famosi calchi.
Come non rimanere impressionati davanti ai corpi di quelle vittime sorprese dalla furia del Vesuvio nel 79 d.c?
Le espressioni dei loro volti, le pieghe dei vestiti, le posizione contorte dei loro arti: tutto questo è oggi visibile grazie ai calchi in gesso realizzati dall'archeologo Giuseppe Fiorelli nella seconda metà dell'Ottocento. Come un'istantanea di quei terribili giorni.

Cos'è il metodo Fiorelli

E' un metodo che, pur perfezionatosi nel tempo, è utilizzato ancora oggi, ed è molto semplice.
Consiste nell'effettuare una colata di gesso e acqua nel vuoto creatosi a seguito dell'indurimento della cenere nelle cavità lasciate dai corpi che si sono decomposti all'interno del materiale vulcanico.
Una volta asciugato il gesso è possibile procedere allo scavo del terreno circostante e portare alla luce il calco.

Oggi la tecnica si è così avanzata che è possibile vedere in maniera ancora più dettagliata le tracce dei tessuti, dei vestiti, i lineamenti dei volti, le vene delle mani, in cui sembra ancora scorrere il sangue.

l'Eruzione

La prima fase dell'eruzione vide cadere dal cielo lapilli (una specie dei grandine di pomice) che ricoprirono  le strade, i cortili e tutti gli spazi aperti.
Questo materiale vulcanico si depositò per un altezza di circa 3 metri. Diversi tetti delle abitazioni crollarono per i peso. 
Di chi morì intrappolato negli ambienti e investito dai crolli rimangono solo gli scheletri.

Una seconda fase vide invece invadere la città da un susseguirsi di flussi piroclastici (le nubi ardenti, caratterizzate da una forte velocità e un'alta temperatura), la cui cenere riempì ogni spazio vuoto rimasto. 
Chi venne colpito morì per shock termico. I loro corpi vennero coperti di cenere che solidificandosi ha mantenuto la forma delle sostanze organiche che si sono decomposte. 
Perciò sono rimaste le impronte non solo dei corpi degli uomini,  ma anche di animali, radici di piante, porte di legno, armadi.

Negli scavi di Pompei di calchi ce ne sono poco più di un centinaio.

N.B: tieni a mente che questi calchi non sono solo gesso ma erano persone. Perciò quando ti troverai a visitarli, fallo con il massimo rispetto.

Scavi di Pompei – Le parole del passato

Visitare gli scavi di Pompei significa immergersi in un passato che l'eruzione del Vesuvio del 79 d.c ha cristallizzato nel tempo, conservando, ancora intatti dopo quasi duemila anni, case, utensili, cibi , monili...

E' possibile quindi capire bene quali fossero i costumi, i lavori, le mode che caratterizzavano l'antica Roma.  E scoprire, anche attraverso le parole di Pompei, che molte cose non erano poi così diverse da quelle del nostro tempo.

Qui di seguito ti fornisco un piccolo elenco di termini che ti permetteranno di entrare in quella che era la vita di Pompei prima della grande tragedia che l'ha colpita.

I mestieri a Pompei

GEMMARIUS: gioielliere
UNGUENTARIUS: profumiere
ARGENTARIUS: banchiere
SAGARIUS: fabbricante di mantelli
CUPEDINARIUS: pasticciere 
TOPIARIUS: giardiniere

MANGIARE A POMPEI

POPINA: bar
THERMOPOLIUM: bar
CAUPONA: trattoria/locanda
TABERNA: ristorante

LE DOMUS 

VESTIBULUM: breve corridoio
ATRIUM: atrio
COMPLUVIUM: ampia apertura quadrata del soffitto
IMPLUVIUM: vasca quadrata per raccogliere l'acqua piovana
TABLINUM: studio
PERISTILIUM: colonnato coperto che circonda un giardino interno
CUBICULUM: camera da letto

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close