Curiosità

10 curiosità su Pompei

E’ una storia lunga più di due millenni quella della stupenda cittadina campana di Pompei. Un’epoca che è stata scoperta da poco più di un secolo e che ha visto la luce un po’ per caso.
Molti sono gli storici che in questo ultimo secolo si sono dedicati allo studio delle meraviglie riportate alla luce grazie a scavi meticolosi, che continuano ancora oggi. 
Gli studi ci hanno portato alla conoscenza di meravigliosi dettagli sulla Pompei antica, ma anche di piccole curiosità solo per pochi appassionati. Noi ve ne riportiamo alcune. 

Ecco le 10 curiosità su Pompei molti ignorano.

1. Il Vesuvio era una montagna non un Vulcano

Al tempo della Pompei antica, il popolo non conosceva la vera natura di quel monte che sovrasta la cittadina. Dipinti dell’epoca ritraggono infatti il Vesuvio con una forma meno appuntita di quella che vediamo oggi. 
La fitta vegetazione cresciuta lungo i versanti del vulcano, anche grazie alla mancanza di eruzioni per un lungo periodo storico, portarono i pompeiani a vedere il Vesuvio come una semplice montagna. 

Forse fu questo il motivo per cui i cittadini di Pompei vennero colti di sorpresa dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.c., mal interpretando anche le scosse di terremoto avvenute negli anni precedenti.

2. I pompeiani amavano i bordelli

Gli scavi di Pompei hanno riportato alla luce il famosissimo Lupanare. Questo bordello, ritrovato praticamente quasi intatto, si unisce a moltissimi altri presenti nella città.
Non esistono resti conservati come le Lupanare, ma i cartelli con la lista di servizi e tariffe per i clienti dei bordelli fanno pensare che a Pompei ne esistessero addirittura 25. 
Il numero è elevato, considerando gli abitanti stimati di Pompei fossero tra gli 8 e i 10 mila.

3. I patrizi romani si fermavano spesso a Pompei

Alcuni studi condotti dagli storici fanno pensare che i patrizi romani, il ceto sociale tra i più abbienti di tutto l’Impero, erano soliti visitare Pompei
Considerata come una sorta di periferia della città di Roma, è molto probabile che anche l’Imperatore Nerone avesse una casa di proprietà a Pompei. 
Sua moglie Poppea, infatti, era originaria di qui!

4. I pompeiani amavano il vino e ancora oggi lo si coltiva

L’antica Pompei, sommersa da uno strato di detriti e lapilli provenienti dall’eruzione del Vesuvio, si è preservata ai giorni nostri proprio grazie all’avvenimento naturale che ne ha fermato il tempo. 
Conosciamo infatti gli usi e le tradizioni di Pompei proprio a seguito degli scavi archeologici, grazie ai quali scopriamo la costante produzione e consumo di vino da parte dei cittadini nei tempi antichi. 
Le coltivazioni di Pompei sono attive ancora oggi, nelle parti verdi del Parco Archeologico, le distese di vitigni producono ottimi vini.

5. Una sfumatura di rosso prende il nome da Pompei

Tra le diverse curiosità su Pompei si annovera quella che la famosa cittadina campana ha definito una particolare sfumatura del colore rosso. Il rosso pompeiano prende il nome dal colore ritrovato sulle pareti di molte dimore della città antica. Questa sfumatura era preparata utilizzando una particolare pasta di molluschi. 
Oltre al rosso, i colori che caratterizzano i ritrovamenti degli scavi di Pompei sono il blu e il nero, colori ad uso esclusivo dei più ricchi in quanto prodotti con materiali preziosi.

6. La quotidianità era diversa dalla nostra

Non solo templi, bordelli e residenze private. I più noti del parco Archeologico degli scavi di Pompei sono i calchi in gesso degli abitanti sorpresi dall’eruzione.
Questa tecnica di preservazione, che prevede la colatura del gesso a sostituire il vuoto lasciato dai corpi decomposti, ci ha permesso di conoscere anche dettagli della vita quotidiana nella Pompei antica. 
Tra tutti, le tradizioni culinarie e i passatempi preferiti dagli abitanti di Pompei. Ad esempio bere vino, assistere alle rappresentazioni a teatro, venerare le divinità.

I calchi in gesso hanno svelato anche un importante dettaglio sugli usi e costumi di questo popolo, con particolare riguardo ad un tema molto attuale. E’ molto probabile che a Pompei si celebrasse l’amore libero. 
Tra i vari fuggiaschi visitabili nel cosiddetto Orto di Pompei troviamo infatti due uomini, gli amanti abbracciati, fonte di ispirazione anche per un film.

7. Il fallo era un simbolo augurale

Visitare gli scavi di Pompei include la scoperta di moltissimi simboli fallici. Spesso i visitatori si domandano il perché della riproduzione di questo simbolo rappresentato più volte nella cittadina. 
La verità è che il fallo era considerato un simbolo portafortuna e veniva dipinto, scolpito e spesso anche indossato come ciondolo.

8. L’Anfiteatro è il più antico del mondo

L’Anfiteatro romano di Pompei è una costruzione che risale al 80 a.c. e non è solo l’anfiteatro più antico ai giorni nostri, è anche la costruzione in pietra più antica della storia. 
Utilizzato tuttora per spettacoli di musica e teatro, questo spazio era al tempo utilizzato per giochi circensi e gladiatori e può ospitare fino a 20 mila spettatori. 
E le locandine pubblicitarie dell’epoca? Erano dipinte direttamente sulle facciate esterne delle case.

9. L’eruzione non avvenne ad Agosto

Un'altra curiosità su Pompei riguarda il momento storico che segnò la fine della cultura antica della città: l’eruzione del Vesuvio dell’anno 79 d.c.. Si pensa generalmente che sia avvenuta il giorno 24 di agosto, in mattinata.

Al contrario, il famoso appassionato di storia e divulgatore della Tv Alberto Angela afferma che l’eruzione avvenne più tardi, verso ottobre. Angela è arrivato a questa tesi grazie al ritrovamento di stagione e di dettagli che fanno pensare ad una vendemmia ultimata.

10. La scoperta di Pompei non è ancora finita

Con certezza possiamo affermare che tutto ciò che conosciamo riguardo a Pompei e alla sua storia non è tutto. 
Gli scavi sono infatti ancora attivi in alcuni punti del Parco Archeologico. Inoltre, molti cantieri aiutano a preservare il sito rendendolo adatto ad accogliere quasi 3 milioni e mezzo di visitatori ogni anno. 
La ragione principale è che la Pompei sorpresa dall’eruzione era anche una città in ricostruzione dopo il violento terremoto del 62.

Tutti i fatti e le curiosità su Pompei che conosciamo oggi sono frutto dello studio e della ricerca di moltissimi professionisti. Grazie a loro possiamo comprendere in fondo la visita a questo meraviglioso sito parte del patrimonio dell’UNESCO: gli scavi di Pompei.

POMPEI SCAVI ORARI
Dal 1  novembre al 31 marzo  
Tutti i giorni
dalle 9.00 alle 17,00. Ultimo ingresso alle 15.30.

Dal 1 aprile al  31 ottobre
Tutti i giorni
dalle 9.00 alle 19.00. Ultimo ingresso alle 17.30.

Chiuso il 1 Gennaio, il 1 Maggio e il 25 Dicembre

Il metodo Fiorelli

"Finora si è scoverto templi, case ed altri oggetti che interessano la curiosità delle persone colte, degli artisti e degli archeologi; ma ora tu, o mio Fiorelli, hai scoverto il dolore umano, e chiunque è uomo lo sente", scrive Settembrini il 13 febbraio 1863.

Uno dei punti di interesse di più impatto emotivo per chi viene a visitare gli scavi di Pompei sono sicuramente i famosi calchi. Come non rimanere impressionati davanti ai corpi di quelle vittime sorprese dalla furia del Vesuvio nel 79 d.c? Le espressioni dei loro volti, le pieghe dei vestiti, le posizione contorte dei loro arti: tutto questo è oggi visibile grazie ai calchi in gesso realizzati dall'archeologo Giuseppe Fiorelli nella seconda metà dell'Ottocento. Come un'istantanea di quei terribili giorni.


Cos'è il metodo Fiorelli

E' un metodo che,  perfezionatosi nel tempo, è utilizzato ancora oggi,  ed è molto semplice.
Consiste nell'effettuare una colata di gesso e acqua nel vuoto creatosi a seguito dell'indurimento della cenere nelle cavità lasciate dai corpi che si sono decomposti all'interno del materiale vulcanico. Una volta asciugato il gesso è possibile procedere allo scavo del terreno circostante e portare alla luce il calco.

Oggi la tecnica si è così avanzata che è possibile vedere in maniera ancora più dettagliata le ptracce dei tessuti, dei vestiti, i lineamenti dei volti, le vene delle mani, in cui sembra ancora scorrere il sangue.

l'Eruzione

La prima fase dell'eruzione vide cadere dal cielo lapilli (una specie dei grandine di pomice) che ricoprirono  le strade, i cortili e tutti gli spazi aperti. Questo materiale vulcanico si depositò per un altezza di circa 3 metri. Diversi tetti delle abitazioni crollarono per i peso. 
Di chi morì intrappolato negli ambienti e investito dai crolli rimangono solo gli scheletri.

Una seconda fase vide invece invadere la città da un susseguirsi di flussi piroclastici (le nubi ardenti, caratterizzate da una forte velocità e un'alta temperatura), la cui cenere riempì ogni spazio vuoto rimasto. 
Chi venne colpito morì per shock termico. I loro corpi vennero coperti di cenere che solidificandosi ha mantenuto la forma delle sostanze organiche che si sono decomposte. 
Perciò sono rimaste le impronte non solo dei corpi degli uomini,  ma anche di animali, radici di piante, porte di legno, armadi.

Negli scavi di Pompei di calchi ce ne sono poco più di un centinaio.

N.B: tenete a mente che questi calchi non sono solo gesso ma erano persone. Perciò quando vi troverete a visitarli, fatelo con il massimo rispetto.

La pittura pompeiana

Colore, tanto colore ovunque: è questo che caratterizza, tra le altre cose, la pittura pompeiana. 
Contrariamente a quello che accade oggi nelle nostre case, infatti, le pareti delle case di Pompei erano abbellite con tinte appariscenti che mettessero in evidenza la ricchezza del proprietario. (il bianco delle pareti infatti era visto come segno di povertà). 

E quando si viene a visitare gli scavi di Pompei, non si può non rimanere a senza fiato davanti agli incredibili colori degli affreschi che si trovano all'interno delle domus pompeiane (la Villa dei Misteri,  la Casa del poeta tragico, solo per fare due esempi). 

pompei biglietti


L'interno delle case dei romani sono affrescate con uno schema che ricorre sempre, ossia la parete divisa in tre fasce. 
Lo zoccolo, ossia la parte inferiore, è alto qualche decina di centimetri (sotto il metro) ed è dipinto con colori uniformi e decorazioni leggere.
La fascia centrale, che è la più grande, è invece decorata con un tripudio di colori ed è qui che si concentrano le decorazioni più belle, con scene mitologiche di grande impatto. E' divisa in vari pannelli e vengono utilizzati colori caldi come il giallo, il nero e il rosso pompeiano.
Spesso arrivano a "contagiare" la terza fascia più stretta a contatto con il soffitto.

Attorno a questi affreschi c'erano architetture leggere e immaginarie che servivano a dare profondità. avevano straordinari effetti tridimensionali, come se le pareti fossero delle finestre su paesaggi virtuali.

La pittura pompeiana prevede quattro stili:

PRIMO STILE

Di origine greca, utilizzato tra il 150 a.c e l'80 d. .c. Sulla parete viene ricreato a rilievo un finto muro con grossi blocchi squadrati che imitano i colori di marmi esotici e costosi. in cima quasi sempre si trova una cornice bianca . Un esempio del primo stile è la casa del Fauno.

SECONDO STILE

Va di moda negli ultimi ottantanta anni prima della nascita di Cristo.
E' il periodo in cui arrivano i romani a Pompei. Sulle pareti si dipingono colonne, edicole, porticati, quinte di case o colonnati. A volte cisono anche figure umane. Le pareti imitano delle scenografie teatrali. C'è l'idea che il muro si apra verso l'esterno.

TERZO STILE

Prende il via con Augusto e comincia l'Impero, e viene utilizzato fino all'età di Claudio. 
Le architetture tridimensionali come archi e colonne si trasformano in strutture filiformi, quasi stilizzate. Compaiono steli di piante, candelabri che qualche volta sostituiscolo le colonne. Riprende figure e decorazioni in stile egizio.

QUARTO STILE

Viene utilizzato dal regno di Claudio in poi (41 -54 d.c.). Viene ripreso il secondo stile ma in maniera esagerata, perdendo il senso della misura. le architetture diventano ardite, irreali, le decorazioni abbondano, i colori sono molto carichi. Si perde l'aspetto realistico del Secondo Stile.

Orari Pompei scavi

Dal 27 aprile al  31 ottobre
Martedì - Domenica
dalle 9.00 alle 19.00. Ultimo ingresso alle 17.30.

Chiuso il 1 Gennaio, il 1 Maggio e il 25 Dicembre

Scavi di Pompei – Le parole del passato

Visitare gli scavi di Pompei significa immergersi in un passato che l'eruzione del Vesuvio del 79 d.c ha cristallizzato nel tempo, conservando, ancora intatti dopo quasi duemila anni, case, utensili, cibi , monili...

E' possibile quindi capire bene quali fossero i costumi, i lavori, le mode che caratterizzavano l'antica Roma.  E scoprire, anche attraverso le parole di Pompei, che molte cose non erano poi così diverse da quelle del nostro tempo.


Qui di seguito vi forniamo un piccolo elenco di termini che vi permetteranno di entrare in quella che era la vita di Pompei prima della grande tragedia che l'ha colpita.

I mestieri a Pompei

GEMMARIUS: gioielliere
UNGUENTARIUS: profumiere
ARGENTARIUS: banchiere
SAGARIUS: fabbricante di mantelli
CUPEDINARIUS: pasticciere 
TOPIARIUS: giardiniere

MANGIARE A POMPEI

POPINA: bar
THERMOPOLIUM: bar
CAUPONA: trattoria/locanda
TABERNA: ristorante

LE DOMUS 

VESTIBULUM: breve corridoio
ATRIUM: atrio
COMPLUVIUM: ampia apertura quadrata del soffitto
IMPLUVIUM: vasca quadrata per raccogliere l'acqua piovana
TABLINUM: studio
PERISTILIUM: colonnato coperto che circonda un giardino interno
CUBICULUM: camera da letto

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close